Le 101 tavole realizzate tra il 1819 e il 1823 da Luigi Rossini sono qui riproposte come riconoscimento ad un disegnatore che è erede del Piranesi, del Dupérac, del Falda, del Vasi, ma allo stesso tempo anche l’ultimo grande illustratore delle meraviglie di Roma: dopo di lui, spentosi nel 1857, comincia l’era della fotografia. Le sue incisioni testimoniano i più importanti luoghi archeologici della città con maestria e precisione: il taglio diagonale della veduta gli consente di graduare i piani, e un elaborato chiaroscuro piega il rame ad effetti pittorici.
Luigi Rossini
Luigi Rossini (1790-1857), il “ravennate” per la sua provenienza, cugino dell’ancora più celebre Gioacchino Rossini, sin da giovane si era recato a Roma per conseguire la qualifica di architetto con una borsa di studio. Una formazione professionale e culturale che trasferirà con solennità antiquaria nelle sue 600 tavole con cui rappresenterà i monumenti dell’antichità. Tutti lavori riprodotti in stampe e litografie che non avevano più come committenti i mercanti d’arte o i collezionisti, ma un pubblico più vasto che ricercava in piazza di Spagna o nelle numerose rivendite librarie dell’epoca un ricordo del proprio viaggio a Roma. Artista apprezzato e benestante, si spegnerà a 66 anni per il dolore della perdita del proprio giovane figlio.