Lanciani e la “distruzione” dell’antica Roma

lancianiRoma appare oggi nel colore terreo degli splendidi mattoni e laterizi dei suoi resti archeologici. Ma all’epoca dell’impero romano la visione sarebbe stata di un bianco splendente: quello dei marmi delle statue, dei monumenti, degli edifici. Che fine hanno fatto? Distrutti nei secoli, saccheggiati, riutilizzati in costruzioni di epoche successive o, peggio, sbriciolati per farne calce.

Ad ottobre torna in libreria, per i tipi di Edizioni Intra Moenia il prezioso volume “La distruzione dell’antica Roma” in cui il celebre archeologo Rodolfo Lanciani, vissuto tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, ripercorre la storia di questa “distruzione”, facendo rivivere al lettore l’emozione e il dolore di un patrimonio monumentale purtroppo andato in gran parte disperso.

Lanciani, nella sua lunga carriera, si è occupato soprattutto dell’esplorazione archeologica di Roma. È stato infatti testimone diretto del periodo in cui, dopo l’Unità d’Italia, la febbre edilizia nella Capitale fu accompagnata da numerosi ritrovamenti archeologici. I risultati dei suoi studi sulla dislocazione dei monumenti antichi della città furono pubblicati tra il 1893 e il 1901 col titolo di “Forma Urbis Romae”: una dettagliata cartografia di tutti i resti conosciuti dell’epoca romana.

Invece “La distruzione dell’antica Roma” fu pubblicato nel 1899 e rappresenta un ineguagliabile esempio di divulgazione scientifica delle ricerche da lui effettuate nel corso di numerosi anni.

> leggi un anteprima del libro!


Comments are closed.