Gli acquedotti napoletani hanno una storia lunga duemilaquattrocento anni, ma nonostante le numerose testimonianze, mai nessuno ne ha prodotto un grafico o indicato accessi. Quando nel 1968 cominciai a interessarmi del sottosuolo, poco o nulla si sapeva, e persino degli stessi ricoveri antiaerei si era persa notizia, perché utilizzati come discariche delle macerie dei bombardamenti.
Clemente Esposito
Clemente Esposito, nato ad Airola (Bn), è napoletano da sempre. Vive e lavora a Napoli, dove nel 1955 si iscrisse al Centro Speleologico Meridionale (C.S.M.) di cui oggi è il presidente. Si sempre occupato dello studio del sottosuolo campano e particolarmente di quello di Napoli; come consulente del Comune, ha rilevato oltre settecento cavità, partecipando a tutte le commissioni tecniche in materia fin dal 1968. Attualmente collabora con i tecnici dei paesi dell’hinterland napoletano per lo studio del loro sottosuolo che non è affatto diverso da quello di Napoli. Insieme a un gruppo di giovani studiosi ha fondato l’Associazione In Neapoli As.So.Tec.Na che promuove ricerche e ha creato il Museo del Sottosuolo in una cavità accessibile da piazza Cavour 140, a Napoli.